A tutte le forze democratiche: Difendete la Federazione Democratica Siria del Nordest!
Dichiarazione e appello della Comune Internazionalista del Rojava
A meno di un anno dall’inizio della criminale guerra di aggressione contro il cantone di Afrin, i popoli del nordest della Siria si trovano di fronte a una nuova aggressione dello Stato turco fascista e dei suoi alleati islamisti. Le minacce del dittatore turco Recep Tayyip Erdogan non sono parole vuote e non sono pure provocazioni. Con gli attacchi al campo profughi di Maxmur e a diversi villaggi nello Shengal il 13.12.2018, lo ha reso chiaro ancora una volta. Sono piuttosto l’ultima espressione delle aspirazioni espansioniste neo-ottomane del regime AKP-MHP e l’annuncio aperto di una guerra di annientamento assassina contro la rivoluzione nel nordest della Siria e in tutto il Medio Oriente.
Dall’inizio della rivoluzione, lo Stato turco il regime siriano, le potenze di intervento imperialiste, prime tra tutte gli USA e la Russia, hanno fatto tutto ciò che era in loro potere per soffocare sul nascere questa rivoluzione. Ma né le bande di assassini islamiste, che siano sotto la bandiera di Al-Nusra, del cosiddetto ESL o sotto la bandiera nera di Stato Islamico, né embargo né isolamento e chiusura e aperta guerra di aggressione sono stati in grado di spezzare la coraggiosa resistenza della popolazione.
I popoli del nordest della Siria negli ultimi 6 anni di questa lotta con i più grandi sacrifici e sforzi hanno dato prova davanti a tutta l’opinione pubblica mondiale della loro determinazione per una vita nella libertà. La liberazione di Raqqa da parte delle Forze Siriane Democratiche e la distruzione completa del Califfato che con questa si avvicina ogni giorno di più, in Siria e nell’intera regione segna l’inizio di una nuova fase strategica. Con l’abbattimento del regime del terrore di Stato Islamico, anche l’alleanza di scopo tattico-militare tra forze di difesa del nordest della Siria e potenze imperialiste sotto la bandiera della coalizione internazionale via via perde significato.
Per quante possano essere le contraddizioni interne tra le forze egemoniche regionali e internazionali, su un punto concordano tutti: la rivoluzione nel nordest della Siria, la sua struttura amministrativa basata sulla democrazia dei consigli, la costruzione di un’economia collettiva ecologico-comunalista e la forza principale della rivoluzione, la liberazione della donna dalle vecchie catene del millenario sistema di dominio patriarcale, oggi rappresenta il maggiore pericolo per i loro interessi di dominio e deve essere distrutta. La rivoluzione in Rojava e nel nordest della Siria negli scorsi anni è diventata una fonte di speranza incomparabile per tutte e tutti coloro che sono alla ricerca di una vita oltre lo Stato, il capitale e il patriarcato. È una un faro che può mostrare agli oppressi e agli sfruttati di questa terra una via d’uscita dall’oscurità della modernità capitalista e ha provato una volta per tutte che la „fine della storia“ proclamata dai potentati, non è altro che una pura menzogna. È l’esempio vivente che anche oggi nel 21° secolo un altro mondo è possibile.
La guerra di aggressione contro Afrin, il sostegno internazionale ai massacri della popolazione civile, le bombe della NATO piovute sulle nostre amiche e i nostri amici o lanciate contro di loro da elicotteri di produzione italiana, i carri armati tedeschi Leopard sotto i cui cingoli doveva essere schiacciata la nostra speranza, sono stati la prima espressione chiara del nuovo fronte imperialista contro la rivoluzione in Medio Oriente e segno premonitore di quello che dobbiamo aspettarci. Le persone qui sul posto (come anche noi), hanno imparato da Afrin: non possiamo fare affidamento su altro che sulla nostra forza. Non riconosciamo un briciolo di credibilità alle prese di posizione delle forze internazionali e consapevolmente non ci appelleremo a nessuno. Abbiamo conosciuto bene amici e nemici e sappiamo che i nostri unici alleati in questa lotta possono essere solo le forze internazionali democratiche e rivoluzionarie, tutte e tutti coloro che sognano un mondo diverso e con i e le quali lottiamo insieme per un futuro diverso.
Facciamo appello a tutte le forze democratiche perché si preparino a una nuova fase della resistenza, delle azioni e della lotta comune. Tutte e tutti coloro che nello scorso anno sono stati con noi nelle strade per la difesa di Afrin, che si sono organizzati nei molti comitati di solidarietà, che hanno reso il World-Afrin-Day un’espressione della solidarietà a livello mondiale e che con noi hanno tremato per ogni metro, ogni strada di Kobanê. Tutte e tutti coloro che hanno espresso la loro rabbia e il loro odio contro i nemici dell’umanità , i guerrafondai e sostenitori del fascismo turco in Europa e in tutto il mondo. Il nostro messaggio era ed è univoco: Se la guerra contro la rivoluzione è internazionale, lo è anche la nostra resistenza. Mostriamo insieme che questa rivoluzione è la lotta di tutte e tutti noi, che il Rojava è la nostra speranza e prospettiva e che difenderemo insieme il nostro futuro.
Che gli attacchi avvengano in questa fase non è una coincidenza. Il sistema capitalista internazionale oggi agisce a partire da una posizione di debolezza. Non è più possibile occultare la crisi strutturale della civiltà statalista e giorno per giorno più persone iniziano a svegliarsi e iniziano la lotta contro questo sistema oppressivo. Questo lo vediamo nelle strade della Francia, nella protesta contro il vertice G20 a Buenos Aires in Argentina, nello sciopero delle donne di #NiUnaMenos e nelle proteste nello Hambacher Forst. Le potenze del vecchio ordine cercano di mantenersi in vita con lo stato di emergenza, il terrorismo di Stato e l’aperto fascismo, ma i loro giorni sono contati se ci organizziamo insieme e ci difendiamo dagli attacchi contro la nostra vita. Usiamo la forza che tutte e tutti noi abbiamo tratto da questa rivoluzione e intensifichiamo la nostra lotta. Se riconosciamo la nostra forza, potremo gettare questo sistema una volta per tutte nella discarica della storia. Contro l’offensiva della modernità capitalista è necessario organizzare ovunque resistenza e rivolta della modernità democratica contro la modernità capitalista.
Anche per tutte e tutti noi come Comune Internazionalista in Rojava oggi inizia una nuova fase. Noi ci siamo riuniti in Rojava per sostenere le strutture civili di questa rivoluzione, per imparare e capire e portare avanti la costruzione insieme alla popolazione. Così come alla popolazione del Rojava, anche a noi viene imposta questa guerra. Ma se il nemico non ci lascia altra scelta, anche noi non staremo a guardare inerti, ma parteciperemo con tutte le nostre forze e con tutte le nostre capacità alla preparazione della resistenza e alla difesa di questa società e di questa rivoluzione. Faremo tutto ciò che è necessario per dare il nostro contributo in questa resistenza. Staremo al fianco della popolazione contro questo attacco fascista. Possiamo esserci riuniti qui dalle più diverse parti del mondo e con le idee e i lavori più diversi, ma questa terra negli anni passati è diventata anche la nostra. In questo senso anche noi parteciperemo alla mobilitazione generale della società avviata il 12.12.2018 dall’Amministrazione Autonoma del Nordest della Siria.
State al fianco della rivoluzione, alzate la vostra voce, scendete insieme nelle strade, unitevi nei comitati di solidarietà e gruppi di resistenza esistenti e createne altri. Iniziate azioni di disobbedienza civile per far conoscere la situazione in Rojava e inviare un chiaro segnale di solidarietà.
Fianco a fianco contro il fascismo!
Viva la solidarietà internazionale!
La rivoluzione nel nordest della Siria vincerà, il fascismo verrà abbattuto!
Comune Internazionalista in Rojava
Federazione Democratica del Nordest della Siria
20.12.2018