#RiseUp4Rojava – Chiamata alle giornate di azione globale del 27 e 28 gennaio 2019

#RiseUp4Rojava – Difendiamo assieme la rivoluzione
Chiamata alle giornate di azione globale del 27 e 28 gennaio 2019

Il 27 gennaio, esattamente quattro anni fa, la città di Kobane nel nord della Siria venne liberata delle bande del cosiddetto Stato Islamico dopo mesi di aspri combattimenti da parte dei valorosi combattenti di YPJ e YPG. In quell’occasione ci siamo riversati a milioni per le strade ogni giorno, ogni settimana, per esprimere la nostra solidarietà con la resistenza di Kobane e per spingere il mondo ad agire. Le continue e potenti mobilitazioni che hanno avuto luogo fuori dal Medio Oriente hanno infuso nei compagni impegnati nei combattimenti in città il coraggio di continuare e costretto le potenze internazionali ad agire.

Le settimane di resistenza a Kobane sono diventate il simbolo della volontà, della forza e della speranza liberate dalla nascente rivoluzione nel Rojava. Attraverso questa resistenza i princípi della democrazia diretta, di un’economia ecologica e collettiva e della liberazione delle donne si sono diffusi nel mondo. Kobane è diventata un simbolo della solidarietà internazionale e della lotta comune — della nostra solidarietà al di là delle frontiere e delle differenze ideologiche in veste di democratici, socialisti, femministi ed ecoattivisti. Innumerevoli forze emancipatorie hanno unito le loro voci in difesa di Kobane. E a sua volta la rivoluzione nel Rojava è diventata parte integrante della loro storia, ovunque nel mondo.

Per quattro anni abbiamo vissuto assieme alti e bassi, condiviso vittorie e sconfitte, dolore, sofferenza, rabbia, dolore e gioia. Abbiamo visto l’oscurità della barbarie dell’ISIS venir cacciata da Manbij e Raqqa e assistito alla costruzione di un ordine sociale completamente nuovo. Oggi, dopo molti anni di dura lotta, la Federazione Democratica della Siria del Nordest è stata costituita, un terzo della Siria è stato liberato e lo stato Islamico è sull’orlo della completa sconfitta.

Durante questo tempo abbiamo anche assistito all’invasione di Afrin da parte del fascista esercito turco e dei suoi mercenari islamisti e affrontato il silenzio esiziale della comunità internazionale sui crimini degli occupanti. Abbiamo perso amici di valore lungo il cammino, ma non ci siamo mai arresi.

Nonostante le tante sfide difficili non ci siamo fatti dividere. Ci siamo sempre sostenuti l’un l’altro, imparando, costruendo una nuova società e difendendo questa rivoluzione assieme. Abbiamo costantemente enfatizzato come le forze democratiche, socialiste, femministe ed ecologiste siano i nostri unici alleati nella lotta per un mondo diverso. E nella difesa di Kobane, nella liberazione di Raqqa e nella resistenza di Afrin, le nostre voci isolate sono diventate una chiamata collettiva per un mondo diverso. Assieme siamo diventati una forza indispensabile che i governanti del mondo non possono piú ignorare.

Nuova dichiarazione di guerra contro il Rojava e le comunità della Siria del nordest

Oggi, a quasi un anno dall’inizio della feroce guerra di aggressione dello stato fascista turco nei confronti di Afrin e a quasi quattro anni dalla liberazione di Kobane dall’ISIS, la rivoluzione affronta la sfida possibilmente piú difficile. Il regime fascista di AKP e MHP sotto la guida di Erdogan ha nuovamente dichiarato guerra al Rojava. Le loro parole sono chiare e non lasciano spazio a dubbi: la rivoluzione va distrutta una volta per tutte. E nella campagna per l’opinione pubblica, nei media e nelle stanze chiuse dove le potenze regionali ed imperiali stanno negoziando il futuro dei popoli della Siria del nordest, questa guerra è già in corso da tempo.

In queste negoziazioni sentiamo le voci dei governanti parlare incuranti delle genti della Siria e del Rojava. La loro unica preoccupazione è la spartizione delle ricchezze e delle terre siriane. Città come Idlib e Manbij, intere regioni e popolazioni: tutte suddivise e scambiate l’una per l’altra dalle potenze imperialiste senza che la gente stessa abbia voce nel processo. Ciò nonostante sarà solo la gente comune a soffrire quando alle bande islamiste sostenute dalla Turchia sarà dato il via libera per attaccare, uccidere e saccheggiare. E se la Russia e gli Stati Uniti permetteranno alle forze aeree turche di procedere con bombardamenti a tappeto, saranno loro gli unici a morire.

Nonostante l’avvio della pulizia etnica, l’insediamento degli islamisti in Rojava e le gravi violazioni al diritto internazionale, l’Occidente rimane ancora una volta in silenzio. E cosa ci si potrebbe aspettare che dicano stati le cui vendite di carri armati, aerei, elicotteri, droni e fucili da assalto crescono esponenzialmente grazie ad un’altra guerra turca? Sappiamo tutti molto bene che non possiamo aspettarci nulla da loro. Per questi stati guerra, morte e distruzione non significano altro che profitto, sono stati loro a fornire alla Turchia le armi per soggiogare la propria popolazione per decenni. E sono stati loro a rendere possibile la guerra contro Afrin.

La situazione non è cambiata. Nonostante variazioni superficiali nei rapporti tra stati, il supporto internazionale per il regime di Erdogan prosegue inalterato. Senza i tappeti rossi, l’aiuto finanziario, la vendita di armi, e la cooperazione tra servizi segreti nella lotta contro l’opposizione democratica in Turchia, il fascismo turco non sopravvivrebbe un solo giorno in piú. Ma fintanto che il denaro fluisce liberamente, i diritti umani, la pace e la libertà continueranno a scarseggiare. Credere all’umanità delle forze attualmente al potere è pura follia. Perciò non vogliamo sprecare fiato chiamando queste potenze ad intervenire.

Invito alla disobbedienza civile

Il nostro messaggio va a tutti coloro che con noi sognano un mondo diverso e sono pronti a combattere per questo. Ci rivolgiamo a tutti i rivoluzionari, a coloro che si considerano democratici, antifascisti, femministi, a coloro che si battono per un futuro ecologicamente sostenibile. Se non lo facciamo noi, nessuno lo farà al posto nostro. Difendendo assieme la rivoluzione del Rojava difendiamo tutte le nostre speranze. Questo è il motivo per cui nello spirito della liberazione di Kobane, della Giornate Mondiali per Kobane ed Afrin, chiamiamo ad:

*Organizzare comitati di resistenza nei quartieri e nelle città in difesa della rivoluzione
*Riunirci in protesta per le strade il 27 gennaio per inviare un segnale chiaro della nostra solidarietà con la rivoluzione nella Siria del nordest. Ricordiamo assieme la resistenza e la liberazione di Kobane
*Mettere in atto azioni determinate e creative di disobbedienza civile per interrompere la produzione e l’esportazione di armi e la vita quotidiana dei partiti politici responsabili degli affari con il regime turco. Il 28 gennaio rendiamo visibili le identità di chi trae beneficio dalla guerra, di chi la finanza e di chi la promuove.

Assieme faremo del 27 e 28 di gennaio due giorni di resistenza globale contro il fascismo turco. Assieme interverremo nella routine intorpidente di guerra e oppressione, esprimendo la nostra solidarietà con varie forme di azione. Assieme dimostreremo che questa rivoluzione non è sola!

Sosteniamoci spalla contro spalla contro il fascismo!
Viva la solidarietà internazionale!
Vittoria alla rivoluzione del Rojava!
Il fascismo sarà distrutto!

Comune internazionalista del Rojava
Federazione democratica della Siria del nordest
3/1/2019

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