Oggi, 19 luglio, sono passati cinque anni da quando è stata dichiarata l’autonomia di Rojava. Il processo rivoluzionario che è stato sviluppato ed espanso da allora porta degni insegnamenti per tutto il mondo e vogliamo commemorare questa data dalla comune internazionale di Rojava.
Quando studiamo la realtà che ci circonda, è importante capire come i fatti che sono venuti prima di noi influenzino le nostre vite e le nostre società. È importante commemorare quelle gesta, in cui la gente si organizza e arriva a scrivere pagine della propria storia, e il 19 luglio è un giorno significativo in vari processi rivoluzionari che si sono svolti in diverse aree del mondo.
Il 19 luglio 1936, nel territorio amministrato dallo Stato spagnolo nel sud dell’Europa, un’insurrezione popolare scoppiò contro il colpo di stato attuato dalle forze militari dello Stato spagnolo. L’esercito volle imporre il totalitarismo contro le organizzazioni popolari che si erano stabilite in tutto il paese e che stavano iniziando processi rivoluzionari socialisti ed anarchici. La guerra civile che si è svolta nei tre anni successivi a quegli eventi, è un capitolo rilevante nella storia delle rivoluzioni e dell’internazionalismo. Attivisti socialisti ed anarchici di diversi paesi europei sono arrivati in Spagna come brigate internazionali per dare il loro sostegno al processo rivoluzionario che stava avvenendo e per affrontare il fascismo che si sviluppò nel continente. Il modello dell’economia cooperativa sviluppato in quel periodo, con la collettivizzazione di terre e fabbriche promossa dai sindacati anarchici, era di grande importanza per sostenere la resistenza del Fronte Popolare.
Purtroppo, le divisioni interne indebolirono il movimento rivoluzionario e gli stati fascisti guidati da Mussolini e Hitler prestarono un sostegno militare superiore a quello che le forze rivoluzionarie internazionaliste poterono fornire. L’alleanza militare tra gli stati fascisti della Spagna, dell’Italia e della Germania raggiunse la vittoria militare decisiva contro l’esercito popolare e l’asse fascista iniziò la seconda guerra mondiale che devastò l’Europa.
Il 19 luglio 1979, nel territorio amministrato dallo Stato del Nicaragua in America Centrale, l’offensiva finale del Fronte di Liberazione Nazionale Sandinista (FSLN con le sue iniziali in spagnolo) decretò la sconfitta della dittatura della famiglia Somoza, raggiungendo una vittoria militare decisiva a Managua, capitale del Nicaragua. La riforma agricola e l’opera di educazione profonda e l’alfabetizzazione sviluppata dal governo democratico, dopo la vittoria del movimento rivoluzionario, comportarono un grande miglioramento della qualità della vita delle classi popolari del Nicaragua. Insieme alle organizzazioni marxiste-leniniste che condussero la rivoluzione, il movimento della ‘Teologia della liberazione’ ha avuto grande importanza, permettendo che la popolazione religiosa si legasse alle idee socialiste e alla cultura rivoluzionaria. Il sostegno ricevuto da organizzazioni rivoluzionarie da tutto il mondo può essere riassunto dallo slogan che queste hanno diffuso: “la solidarietà è la tenerezza della gente”.
Purtroppo l’imperialismo degli Stati Uniti, guidato da Ronald Reagan, organizzò e finanziò la controrivoluzione guidata da ex leader di somozisti. L’embargo economico imposto dagli Stati Uniti, insieme alle continue aggressioni militari, comportarono l’esaurimento e il soffocamento del movimento sandinista e dei processi rivoluzionari. Dopo anni di resistenza, il movimento contro-rivoluzionario ha raggiunto una vittoria elettorale decisiva nel 1990 che ha portato fine al governo FSLN.
Il 19 luglio 2012, nel territorio amministrato dallo stato siriano in Medio Oriente, l’autoamministrazione del Rojava annunciò la propria autonomia decretando de facto la propria indipendenza dal regime governato dalla famiglia Assad in quella zona a maggioranza kurda. La guerra civile, che ha interessato la regione dal 2011, aveva già polarizzato la società tra i sostenitori del regime e i suoi detrattori. Tuttavia, la popolazione kurda e le altre minoranze etniche hanno optato per una terza via. La dichiarazione di autonomia iniziò con un processo di rivoluzione sociale ispirato al paradigma del confederalismo democratico sviluppato da Abdullah Ocalan. L’embargo e le continue aggressioni dello stato turco hanno ostacolato la rivoluzione, ma il modello dell’economia comunitaria e il sistema delle cooperative hanno permesso lo sviluppo economico necessario per la sopravvivenza. Il movimento delle donne curde ha portato una svolta decisiva nella prospettiva rivoluzionaria, portando la battaglia contro il patriarcato e contro la gerontocrazia come priorità indispensabili per costruire una società socialista.
Purtroppo l’emergere di Daesh nel 2014, nel territorio siriano, ha costituito una grande minaccia alla rivoluzione del Rojava, quando il fascismo teocratico assediò la città di Kobane. Tuttavia, l’esperienza rivoluzionaria del PKK, che aveva già raggiunto un’importante vittoria militare contro il Desh in Sinjar, contribuì allo sviluppo del movimento, con l’apporto ideologico e la formazione militare necessari per liberare la città. L’assedio di Kobane implicava l’internazionalizzazione del conflitto, portando non solo il sostegno della coalizione internazionale stabilita per combattere la guerra, ma anche una grande quantità di internazionalisti provenienti da tutto il mondo che si unirono per difendere la rivoluzione del Rojava. La vittoria militare del YPG / YPJ contro lo stato islamico nel gennaio 2015 ha avviato un processo di espansione della rivoluzione, creando la federazione del nord della Siria. L’offensiva contro Raqqa, la città più importante controllata Daesh, dopo la caduta di Mosul, porterà una vittoria militare decisiva.
Come rivoluzionari e internazionalisti, è importante ricordare il patrimonio storico che ci precede, analizzarlo e sapere come estrarne gli insegnamenti per guidarci alla vittoria in futuro. Queste date sono giorni importanti nel fiume della storia dei movimenti rivoluzionari ed è importante dimenticarle. Dobbiamo ricordare la storia che ci ha portato fino ad oggi, dobbiamo imparare dalle cose giuste e dagli errori di quei momenti storici, farne patrimonio comune per i processi rivoluzionari che verranno in futuro.
Dalla Comune Internazionale del Rojava, invitiamo il popolo rivoluzionario di tutto il mondo a far parte di questa rivoluzione. L’egemonia della modernità capitalista ci lancia alla sottomissione e alla passività individuale, cercando di farci credere che “non esiste alcuna alternativa”. Dobbiamo essere consapevoli del nostro potenziale collettivo e confrontarci con la modernità capitalista che governa il mondo. La rivoluzione che seguì la ribellione popolare della Spagna nel 1936 fu sconfitta dal fascismo. La rivoluzione che seguì la vittoria dell’esercito sandinista nel 1979 fu soffocata dall’imperialismo. Ma la Rivoluzione del Rojava è oggi forte più che mai, ed è nostro dovere come internazionalisti e come rivoluzionari combattere per difenderlo.